sabato 6 aprile 2013

Osho docet #1 Liberarsi dai genitori


Non starò qui a fare il commento tanto meno il riassunto del libro che sto leggendo, ma certi passaggi, quelli che fanno scattare il click del meccanismo, vanno evidenziati. E.. track! , neanche sono a pagina 15 che subito iniziano le cose scomode: liberarsi dei genitori. È il primo passaggio che il mistico indica per iniziare a sviluppare consapevolezza dell’amore come sentimento puro, votato al dare e non al ricevere.

I nostri genitori ci hanno messo al mondo con le migliori intenzioni, ci hanno cresciuto “volendoci bene”, ma alla fine, per essere delle persone libere e capaci di amare, noi dobbiamo liberarcene. Perché è fottutamente vero che tantissime nostre azioni ricalcano i loro modi di fare, quello che loro avrebbero voluto che noi facessimo, quello che loro avrebbero fatto al nostro posto, quello che gli abbiamo visto fare quando eravamo piccoli. Inconsapevolmente loro ci hanno “formato” a loro immagine e già facendo così, inconsapevolmente ci hanno fatto del male, ci hanno impedito di crescere e di manifestare la nostra personalità. Non ho letto né Freud né Jung, e sull’argomento ce ne sono scritte e dette e fatte di cose, complessi e malattie ecc. ecc. sul rapporto genitori-figli… non è che Osho ha fatto la scoperta dell’acqua calda… è che ne parla così, senza preamboli, fronzoli o paranoie varie: liberati dei tuoi genitori, dalla forma mentis che inconsapevolmente ti hanno trasmesso. Quando ti accorgi di star facendo qualcosa non tanto per tua scelta, quanto per l’abitudine di farla così come ti hanno insegnato loro. I  genitori agiscono e poco alla volta sottraggono la tua capacità di amare che hai in modo innaturale in te quando sei un neonato, un bambino, un ragazzino. Non lo fanno per cattiveria ma lo fanno perché anche loro hanno imparato questo. e noi lo facciamo a nostra volta con i nostri figli. Cito:




<<Cancellali… e rimarrai sorspreso: se ti liberi dai genitori presenti all’interno nel tuo essere, diventi libero. Per la prima volta proverai compassione per i tuoi genitori, altrimenti no, rimarrai pieno di risentimento.>>


Ecco, ci ho pensato su ed è tutto esattamente e perfettamente così. (brivido...). No che non me ne fossi mai accorta, ma non avevo mai collegato il fatto che questo “insegnamento” trasmesso, molte volte ha prodotto effetti “restrittivi” piuttosto che dato nuove possibilità in genere. Paure, dubbi, sfiducia…

Mi è balenata una frase terribile, che mi disse una volta mio padre, quando cercava di arginare i miei slanci adolescenziali volti alla totale conquista del mondo (ahahaha!)… <Ricordati che chi ti vuole bene, spesso ti deve far soffrire!>. E io, giù di invettive. Poi, forse per un po’ di tempo ci ho creduto. Adesso mi rendo conto di quanto sia difficile fare il genitore, di quanta responsabilità si ha nel dare l’esempio, di quanto sia assolutamente di comodo una frase del genere.

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