domenica 17 marzo 2013

Storia di una moglie e Gentil Marito


Mi è balenato alla mente questo episodio di molti anni fa.
Era il mio periodo “cattolico praticante” (ma questa è un’altra storia). Eravamo un gruppo di 7-8 persone, piuttosto eterogeneo, che si incontrava una volta alla settimana per leggere la Bibbia, fare quattro chiacchiere e ovviamente, mangiucchiare qualcosa in compagnia. Ci incontravamo a casa di uno di noi, verso le 20.00, di solito infrasettimanalmente, e la cosa andava avanti massimo per un’ora e mezza visto che l’indomani si andava a lavorare. Eravamo simpatici, ricordo che nonostante non fossimo tra noi tutti “amici”, andavamo allegramente d’accordo. C’era una giovane mamma (diciamo trentenne, età che dal basso sei miei 19 anni appariva piuttosto lontana), mi sembra si chiamasse A., aveva due figli piccoli di circa 3 e 5 anni, un marito un po’ troppo serio, carina, dolcissima. Era una sera di queste, come tant; avevamo letto la Bibbia e chiacchierato davanti dei dolcetti. Al momento di andar via non erano ancora le 22,00, ci trovavamo all’ingresso ad infilare cappotti, scambiarci baci e abbracci e fare le ultime battute di una serata tra amici. Qualcuno aprì la porta per uscire e, sul pianerottolo delle scale, vediamo arrivare proprio in quell’istante il marito di A. con i due bambini a seguito che si trascinavano per le scale, i giubottini sul pigiama e una faccia da morti di sonno. Lui, incazzatissimo, nero in viso, sale gli ultimi scalini arriva sull’uscio e A., vedendoli, sorpresa e incredula gli va incontro chiedendo: <Cosa è successo?>. Il Gentil Marito, con grazia le rispose con un bello scappellotto in testa e molto più soavemente le ringhiò tra i denti: <Sei ancora qui?!>. La povera A., sempre più incredula <Ma è successo qualcosa ai bambini?> e lui <I bambini hanno sonno, chiedevano dov’era la loro mamma!> e l’afferrò da un braccio trascinandola giù per le scale e via a casa, donna! Che hai una famiglia!
Noi rimanemmo allibiti. L’altro papà del gruppo farfugliò qualcosa al Gentil Marito per cercare di quietare gli animi, ma non fu molto convincente perché il dubbio che sarebbe stato meglio farsi i cazzi suoi era molto forte.
La cosa “bella” del fatto è che pochi giorni prima il Gentil Marito ci disse, mentre A. non c’era, che era molto felice perché vedeva sua moglie finalmente contenta nel poter frequentare una compagnia come la nostra. <Prima>, confessò, <quando frequentava i Testimoni di Geova, l’avevo persa, non era più la stessa! Sono contento di darle questo tempo tutto per lei!>
E sti cazzi!

Così A. La Mamma quella sera seguì in silenzio il Gentil Marito, tornò a casa, probabilmente chissà, il giorno dopo cucinò un bel pranzetto per farsi perdonare, coccolò i suoi bambini, forse col senso di colpa per averli abbandonati, cercò di essere una mamma e una moglie migliore. Ho forti dubbi nel credere che invece, A. La Donna avrebbe voluto dire al Gentil Marito, vedendoselo davanti quella sera: <Testa di Cazzo che non sei altro, non riesci a mettere a letto i tuoi figli? Preferisci venire qui a inscenare questo siparietto per umiliarmi? Ti sei sputtanato alla grande stasera, Cazzone!>. Ma A. forse era troppo per bene per usare questi termini coloriti, tuttavia il succo del messaggio sarebbe stato questo.

Questo mi fa pensare al ruolo delle donne nelle famiglie. Non voglio fare il solito discorso sui maltrattamenti alle donne o sull’emancipazione bla bla bla… no, penso solo a quanto nelle nostre famiglie fanno le mamme, le moglie, le sorelle… Perché una Donna in quanto tale, all’interno di una famiglia assume tanti valori, tanti colori diversi, e spesso rinuncia al suo. Una mamma pensa prima ai propri figli e i propri figli hanno bisogno di un papà, il papà che è un Gentil Marito o chiunque altro, ma è sempre un papà. Le mamme sono la colla delle famiglie. Sono prima questo, poi sono anche donne. Le donne riescono a far questo. sanno quando devono perdonare, quando alzar la voce, quando far finta di niente. Anche in silenzio riescono a farsi sentire. Sanno trattenere, sanno quando è il momento di lasciar andare.


2 commenti:

  1. un pò patetico e melodrammatico questo gentil marito che tira giù dal letto i figli in virtù di una qualche defezione materna.
    Ma poi forse a certe madri piace il ruolo. Che poi siano caratteri deboli o arrendevoli poco importa.

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  2. Si è vero,c'è una nutrita schiera di persone a cui piace il ruolo di martire o comunque di sottomissione, un'inconsapevole devianza psicologica dovuta ad esperienze passate mai superate... però, quello che in realtà mi sorprende di tante piccole storie simili è la capacità di una donna nel soprassiedere alle ingiustizie fatte alla sua persona per cercare di ricreare un'armonia in famiglia, per il bene dei figli. Non riesco a giudicarle deboli. Anche se ahimè, ci sono sempre le eccezioni.

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