giovedì 7 marzo 2013

Della miserabilità

Guardare il mondo da dietro un vetro sporco di polvere, osservare i fatti e spogliarli dei giudizi d’impeto, delle impressioni, delle valutazioni sentimentali…
Mi ritrovo ad estraniarmi dalla centrifuga delle cose, quello stato in cui tutto gira veloce veloce e non c’è tempo per fermarsi, prendere le distanze, valutare, assaporare, gettar via. Faccio un passo indietro e mi scosto dalla pioggia violenta di parole e cose gettate lì, troppe informazioni e altrettante disinformazioni.
Da questa posizione un po’ arretrata, possono farsi tante valutazioni, vedere le cose forse con il loro colore più vero, con le giuste discromie o sfumature gradevoli. E da qui, ne vedo tante di cose. Tante cose belle che spesso non sono portata a considerare, le più piccole cose che possono allietare il cuore: un sorriso, un gesto, un raggio di sole tra le persiane.
E poi, vedo tanti, tanti gesti disperati, insensati, dettati dai rancori e dall’invidia. Mi accorgo di quanto sia miserabile l’essere umano, capace di cose meravigliose ma altrettanto abile nel disprezzare il prossimo, se stesso, la natura. Certo, io mi ci metto in mezzo, a piene mani. E da questa constatazione di uno stato così commiserabile della bassezza dell’uomo, dal più profondo del mio cuore chiedo perdono, a me stessa, agli altri, al nostro Creatore se volesse ascoltarmi. Perdono per questa miseria di vita che facciamo, quando scendiamo dal macchinone fiammante con le nostre buste piene di roba pagata con i soldi che guadagniamo a lacrime e sangue per poter conquistare uno status che mai raggiungeremo, chiedo perdono quando un fratello non saluta l’altro fratello per questioni di onore e rispetto, chiedo perdono per quella persona che ci ha rubato 550 €, perdono per noi che ci arrabbiamo per cose che, di fronte una malattia, una morte, un pianto di gioia o una nuova vita, si svuotano di ogni significato.


Perdono per la nostra miserabilità, per tutte quelle volte che invece di ringraziare e amare ciò che abbiamo, vogliamo ottenere sempre e solo di più.

Tutto ciò che verrà sarà misurato dalla mia capacità di gioire oggi, non dalla quantità di fiele che metto nel creare il futuro distruggendo il presente.

 

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