lunedì 18 marzo 2013

Ancora Marilyn


Qualche giorno fa ho visto un documentario su Marilyn, “The last session”, uno dei tanti girati che ripropongono scritti, audio e scene sulla carriera e la fine di Norma Jeane.

C’è da dire che la commercializzazione dell’immagine di Marilyn mi ha da sempre infastidita, senza una precisa motivazione, forse perché mi evoca il lavoro di Warhol e dunque l’immagine troppo popolarizzata di questa bellissima donna. Qui dovrei aprire una parentesi su come ritengo geniale il lavoro di Warhol ma come non lo condivida… è il rimescolamento dell’acqua calda, per certi versi e… ma appunto dovrei aprire la parentesi ma la chiudo ancor prima, perché questo è un altro argomento.

Dicevo, ho visto questo documentario e mi sono soffermata a valutare alcuni aspetti di questa donna che non avevo mai considerato, come il fatto che fosse stata abbandonata, che curava maniacalmente il proprio aspetto e che annientava la sua personalità, pervasa da una profonda insicurezza e necessità di essere apprezzata, riuscendo però a farsi apprezzare solo per la sua bellezza. È vero, Marilyn emanava sessualità a chiunque le stava intorno, recitava questa parte dell’oggetto del desiderio. Ignoravo anche la faccenda del farsi fotografare. Di fatti, sembra che avesse timore e disagio nel stare davanti la cinepresa, perché rischiava di dover mettere a nudo qualcosa che andava oltre la sua immagine, non era abbastanza sicura di esserne all’altezza. Invece adorava essere fotografata, e chiamava il suo fotografo ovunque e in ogni momento, anche in piena notte, quando ne aveva voglia, quando rasentava una crisi di identità e sentiva probabilmente l’esigenza di riaffermarsi come donna, come Marilyn.
Hanno mostrato delle foto molto belle, molte non le avevo mai viste. Anzi, le più belle sono proprio quelle meno commercializzate forse, dove traspare anche un non so che di malinconico negli occhi di questa magnifica donna, perché di essere bella, è veramente bella, anche senza trucco il suo sorriso, per quanto un po’ teatrale e di ruolo, è molto, molto accattivante. Ecco, ho avuto proprio voglia di afferrare fogli e matite, cercare questi scatti su internet e disegnarla, proprio come mi ispirerebbe la voluttuosità delle vesti di Atena nike o il candore di Amore e Psiche. Sì, con pochi tratti si potrebbe caratterizzare questo volto dagli occhi truccati, gli zigomi alti, la bocca sorridente e la  dentatura perfetta. Ma mi sono fermata, no, non mi va. Mi sembrerebbe di profanare ancora una volta l’immagine. L’immagine che l’ha proprio distrutta, della quale non ha saputo portare il peso. In effetti, il video del compleanno di Kennedy dove lei canta Happy Birthday Mr President, è veramente penoso. Con occhi attenti si può leggere la fatica, la stanchezza e la distruzione a cui andava in contro in quel periodo. L’ostentare, il proporre ancora se stessa come Marilyn ma essere disfatta dalla stessa. Allora mi sono detta, no, sarebbe come riproporre ancora e ancora questo cliché della donna oggetto. Poi forse cambierò idea e vedrò il disegnarla come un tributo alla sua vita, un pensiero di solidarietà femminile ad una Diva che ha fatto sognare gli uomini e anche le donne, di poter essere, anche solo nell’immaginario sexy come solo lei sapeva essere.

2 commenti:

  1. My week with Marilyn (click) bellissimo film

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    1. Confesso di non averlo visto, a dire il vero ne ricordavo a malapena l'esistenza! cercherò di recuperare...

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