Mi è balenato alla mente questo episodio di molti anni fa.
Era il mio periodo “cattolico praticante” (ma questa è un’altra storia). Eravamo
un gruppo di 7-8 persone, piuttosto eterogeneo, che si incontrava una volta
alla settimana per leggere la Bibbia, fare quattro chiacchiere e ovviamente,
mangiucchiare qualcosa in compagnia. Ci incontravamo a casa di uno di noi, verso
le 20.00, di solito infrasettimanalmente, e la cosa andava avanti massimo per
un’ora e mezza visto che l’indomani si andava a lavorare. Eravamo simpatici,
ricordo che nonostante non fossimo tra noi tutti “amici”, andavamo allegramente
d’accordo. C’era una giovane mamma (diciamo trentenne, età che dal basso sei
miei 19 anni appariva piuttosto lontana), mi sembra si chiamasse A., aveva due
figli piccoli di circa 3 e 5 anni, un marito un po’ troppo serio, carina, dolcissima.
Era una sera di queste, come tant; avevamo letto la Bibbia e chiacchierato
davanti dei dolcetti. Al momento di andar via non erano ancora le 22,00, ci
trovavamo all’ingresso ad infilare cappotti, scambiarci baci e abbracci e fare
le ultime battute di una serata tra amici. Qualcuno aprì la porta per uscire e,
sul pianerottolo delle scale, vediamo arrivare proprio in quell’istante il
marito di A. con i due bambini a seguito che si trascinavano per le scale, i
giubottini sul pigiama e una faccia da morti di sonno. Lui, incazzatissimo,
nero in viso, sale gli ultimi scalini arriva sull’uscio e A., vedendoli,
sorpresa e incredula gli va incontro chiedendo: <Cosa è successo?>. Il
Gentil Marito, con grazia le rispose con un bello scappellotto in testa e molto
più soavemente le ringhiò tra i denti: <Sei ancora qui?!>. La povera A.,
sempre più incredula <Ma è successo qualcosa ai bambini?> e lui <I
bambini hanno sonno, chiedevano dov’era la loro mamma!> e l’afferrò da un
braccio trascinandola giù per le scale e via a casa, donna! Che hai una
famiglia!
Noi rimanemmo allibiti. L’altro papà del gruppo farfugliò qualcosa al Gentil
Marito per cercare di quietare gli animi, ma non fu molto convincente perché il
dubbio che sarebbe stato meglio farsi i cazzi suoi era molto forte.
La cosa “bella” del fatto è che pochi giorni prima il Gentil Marito ci disse,
mentre A. non c’era, che era molto felice perché vedeva sua moglie finalmente
contenta nel poter frequentare una compagnia come la nostra. <Prima>,
confessò, <quando frequentava i Testimoni di Geova, l’avevo persa, non era
più la stessa! Sono contento di darle questo tempo tutto per lei!>
E sti cazzi!
Così A. La Mamma quella
sera seguì in silenzio il Gentil Marito, tornò a casa, probabilmente chissà, il
giorno dopo cucinò un bel pranzetto per farsi perdonare, coccolò i suoi
bambini, forse col senso di colpa per averli abbandonati, cercò di essere una
mamma e una moglie migliore. Ho forti dubbi nel credere che invece, A. La Donna avrebbe voluto dire al Gentil
Marito, vedendoselo davanti quella sera: <Testa di Cazzo che non sei altro,
non riesci a mettere a letto i tuoi figli? Preferisci venire qui a inscenare
questo siparietto per umiliarmi? Ti sei sputtanato alla grande stasera,
Cazzone!>. Ma A. forse era troppo per bene per usare questi termini
coloriti, tuttavia il succo del messaggio sarebbe stato questo.
Questo mi fa pensare al ruolo delle donne nelle famiglie. Non
voglio fare il solito discorso sui maltrattamenti alle donne o sull’emancipazione
bla bla bla… no, penso solo a quanto nelle nostre famiglie fanno le mamme, le
moglie, le sorelle… Perché una Donna in quanto tale, all’interno di una
famiglia assume tanti valori, tanti colori diversi, e spesso rinuncia al suo. Una
mamma pensa prima ai propri figli e i propri figli hanno bisogno di un papà, il
papà che è un Gentil Marito o chiunque altro, ma è sempre un papà. Le mamme
sono la colla delle famiglie. Sono prima questo, poi sono anche donne. Le donne
riescono a far questo. sanno quando devono perdonare, quando alzar la voce,
quando far finta di niente. Anche in silenzio riescono a farsi sentire. Sanno
trattenere, sanno quando è il momento di lasciar andare.