mercoledì 17 luglio 2013

Silenzio stampa

Non ho assolutamente voglia, e tempo, di scrivere nulla.
Ho mille cose che frullano in testa, la frenesia e l'ansia di tornare a casa. Eliminare i fastidi, lasciar correre. Apprezzare il tangibile quotidiano.
Ho voglia di fare mille cose e riesco a farne 10... mmmm...

lunedì 3 giugno 2013

Silenzio


Cercati nel posto più nascosto,
cerca in quel buio,
cerca nella profonda caverna
nell’umidità salina della terra,
lì troverai
un piccolo cuore terrorizzato.
La solitudine sarà la salvezza:
il silenzio, seme della rinascita.

giovedì 16 maggio 2013

Aspettare


Sono arrivata ad una conclusione molto importante, che ha migliorato la mia vita da parecchi anni a questa parte. E di volta in volta, nonostante mi renda conto che da buoni risultati, non manco mai di chiedermi se sia una posizione egoistica oppure vigliacca. Una forte debolezza mascherata da qualcos’altro (questo me lo fa notare soprattutto una persona che mi conosce bene). Poi rinsavisco e mi dico che invece è un ottimo approccio a tutto.

Partiamo dal fatto che sentirsi delusi da qualcuno è un sentimento che logora e distrugge qualsiasi rapporto. D’amicizia, d’amore, di famiglia… di rispetto e amorevolezza in genere. È un sentimento che porta subito a provare rancore, a iniziare a soppesare le cose fatte, le cose mancate, porta a un terrificante modo di vivere basato sul do ut des, nel peggiore dei casi. E quante persone conosco che vivono così! Con taccuino mentale segnano e ricordano tutto: cosa hanno ricevuto, cosa hanno dato, facendo ben attenzione a dare sempre un pelino di meno di quello che hanno preso, così, tanto per poter pensare “Non mi frega nessuno”.
Mi sono ritrovata, in passato, devastata da questo senso di mancanza, di quel qualcosa che non tornava indietro, o forse, di quel qualcosa che aspettavo arrivasse, secondo il mio codice di vita: una parola, un gesto, un atteggiamento, qualsiasi cosa. Accorgersi del mio stato d’animo, felicità o tristezza che fosse. E questa mancata corrispondenza, tac!, spezzava di volta in volta qualcosa.
Un giorno mi sono chiesta: <<è possibile che le cose che mi aspetto dagli altri siano solo nella mia testa?>> ovvero, quanto è sensato misurare gli eventi solo col proprio metro? Probabilmente anch’io manco in questo. Quello che faccio io non è assolutamente certo che sia quello che avrebbe fatto la persona che mi sta di fronte. E magari, per questa persona, io sto rappresentando una delusione.
Ed eccoci qui, il nocciolo è questo. Non è corretto aspettarsi niente da nessuno, perché questa è la prima causa di delusione. Quello che per me è ovvio, per gli altri non lo è e viceversa. Quindi, o se ne parla apertamente, ma senza pretese, oppure vivi la tua vita felicemente senza preoccuparti di quello che verrà. Pensare, al massimo, che sarebbe bello se Tizio facesse/direbbe/darebbe questo o quello, ma non è detto che farà esattamente quello che tu ti aspetti. È un ragionamento forse traballante, ma per me ha funzionato. Prima inconsciamente, poi razionalizzando, ho teorizzato il tutto.

Non aspetto niente da nessuno. Neanche dalle persone più vicine a me. Tutto quello che arriva è una sorpresa. E se arriva zero, non cambia nulla, non significa nulla. Non aggiungo un segno meno alla lista, ma solo i segni positivi, gli accrediti. Esattamente come un conto corrente.
Non sono un asceta però (non ancora!!!) e i “torti” veri e propri ancora non riesco a digerirli. Quelli che proprio che trasudano cattiveria (ma si potrebbe pensare che ciò che per me è  cattiveria sia un'altra cosa per l'altro...). Ma ho cambiato il peso da dare a questa parola. Prima, un torto sarebbe stato qualcosa che oggi, in confronto, considero una vera e propria cazzata inesistente, di alcun peso. E funziona, funziona alla grande. Si vive allegeriti da un mucchio di scemenze. Si è più vicini alla felicità.

Ed infine, sempre per la serie scoperte dell’acqua calda, ho letto che (il mitico) Osho disse press’a poco la stessa cosa e qualche altra cosa in più, riferita in questo caso in un rapporto d’amore. L’ho letto in questi giorni e riporto un breve brano, che mi ha confermato il mio piccolo segreto di vita:

Donando il minimo e rimanendo in attesa di un ritorno, si resterà avari per sempre: quell’attesa e quell’aspettativa distruggeranno tutta la bellezza dell’amore.Se rimani in attesa e ti aspetti un ritorno, l’altro sente che lo stai manipolando. E ogni volta che senti che l’altro tenta di manipolarti, reagisci ribellandoti, perché è in contrasto con l’intimo bisogno della tua anima; infatti ogni pretesa dall’esterno ti disintegra, è un crimine contro di te perché inquina la tua libertà. Ora non sei più sacro, non sei più il fine, vieni usato come un mezzo, e l’atto più immorale del mondo consiste nell’usare l’altro come un mezzo.

Il che non significa che bisogna essere i fessi di turno e rallegrarsi se qualcuno ti pesta i piedi o addirittura ti sale in testa. No, significa che la libertà di ognuno deve essere rispettata, anche tra un intimo rapporto di coppia, amicizia, famiglia…

mercoledì 15 maggio 2013

Take my breath away

Ho cancellato questo post, 
mi sono resa conto che certe volte le parole
 non possono essere equivalenti a quello che si vorrebbe dire...
ed io ultimamente ho perso un po' di smalto
nel mio scrivere.

venerdì 10 maggio 2013

Django Unchained


 
 
Finalmente sono riuscita a vedere Django, l’ultima fatica di Quentin Tarantino.
Bello, bello, bello. E poi che dire, Tarantino non si smentisce, un grande. La trama prende, e lo sfondo storico arricchisce questo inconsueto western. Da ricordare alcune scene, rubacchiate a Leone? Chissà…
Ritrovo un po’ tutto il background tarantiniano, dal pulp di Pulp fiction e Le iene, alla vena poetica di Bastardi senza gloria, i flash back, alcuni nonsense… e come al solito, Tarantino sceglie di interpretare la parte del demente di turno. Ma come è suo solito, ad ogni pellicola aggiunge un tocco in più: va sempre più affondo, la storia nella storia, irriverenza, amara comicit. Tarantino si è lasciato ammaliare dal lieto fine, che stavolta, confesso, non aspettavo. Ma dopotutto ci sta alla grande. Però avrei gradito meno fiumi sanguinolenti, chessò, a tratti mi è sembrata una forzatura, anche se lo splat è stato sempre la firma del regista, credo che prima o poi Tarantino debba superare questo laccio pulp che lo tiene legato ancora a Dal Tramonto all'Alba.
Bene Di Caprio nella parte del cattivo.

Lo consiglio, a meno che odiate Quentin Tarantino.

Coscienza convenzionale

Scrisse Proust, che la maggior parte degli uomini vive secondo una coscienza convenzionale.
Questa terminologia brutale, mi spiazza. Punto.

lunedì 6 maggio 2013

Il giorno e la notte


Tutto è dualità: amore e odio, rabbia e compassione, giorno e notte, maschio e femmina, dolce e salato, caldo e freddo, male e bene... fa parte della vita.
Non devo aspettare che tutto sia ingoiato dalle tenebre, devo sapere che esiste quel buio che non fa vedere nulla. Ma con bianchi occhi la Civetta vede la luce. Alla notte segue sempre il giorno. E se durante il giorno ho vissuto apprezzando il calore del sole, durante la notte rifletterò aspettando: ritornerà. E sarà più splendente di prima, ringrazierò l'oscurità per aver creato l'attesa.